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Gli italiani chiedono futuro e allo stesso tempo ne hanno paura

Gli italiani chiedono futuro e allo stesso tempo ne hanno paura

Si guarda con favore quando un Governo assume iniziative che favoriscono l’ammodernamento delle infrastrutture ferme da decenni, allo stesso tempo si teme di essere invasi da altro cemento, di vedere un altro cantiere bloccato per anni dalla magistratura a causa di scandali legati alla corruzione. Vedasi il caso del no alle Olimpiadi di Roma 2024.

Accettare la sfida di accogliere in Italia un grande evento?

Non sia mai! Ladri e affaristi senza scrupoli sono pronti a succhiarci anche il sangue! No, in Italia non si può fare.

Oppure all’opposto.

Eccezionale! L’Italia il centro del mondo grazie al grande evento sportivo, economico, sociale. Un privilegio. Scriveremo belle pagine di storia, mostreremo quanto siamo capaci di fare belle cose anche noi.

Questa scissione prima che dividere gli italiani tra loro è una scissione che gli italiani vivono ciascuno dentro di sé. Da una parte il desiderio di un futuro migliore e dall’altra la paura che si tratti di una nuova ‘presa in giro’, di un ennesimo spreco.

Questa scissione la dobbiamo a decenni di governi che promettevano durante le elezioni per poi non mantenerle; la dobbiamo ai governi che gettavano miliardi di lire, poi di euro, senza neanche minimamente preoccuparsi di verificare dove realmente sarebbero andati a finire o come sarebbero stati spesi. Una mucca sempre pronta a dare latte a chiunque la mungesse. Onestamente bisogna ammetterlo: costoro li abbiamo votati o non votati noi.

Gli italiani sono scottati e non si fidano più.

Una situazione che minaccia il nostro futuro

Questa situazione rischia di bloccare il futuro del Paese, di condannarlo a causa di una generazione vittima dell’immobilismo decisionale. Non possiamo lasciare questa nostra paura come lascito alle future generazioni. Non possiamo ogni volta alzare barricate. Non si può bloccare un progetto solo perché c’è la possibilità che qualcuno ne approfitterà per rubare altri soldi. Equivale ad affermare: siccome una parte delle azioni degli italiani sono marce (e lo sono), non bisogna fare più nulla, neppure per quella parte che marcia non è. Gli italiani onesti ne hanno il diritto, altrimenti l’emorragia verso l’estero non si arresterà più.

Sapete che la rete ferroviaria da Battipaglia (Salerno), passando per Potenza fino ad arrivare a Taranto è a binario unico? Sono circa 250km di linea ferroviaria a binario unico! E già l’orecchio sente la voce di chi a tal proposito afferma: “Fermiamo l’alta velocità Napoli-Bari e dirottiamo gli investimenti su quest’altra linea.” (http://www.napolibari.it) No, tutte e due. Bisogna fare tutte e due. E questo esempio vale per le tante situazioni di arretratezza che in Italia bloccano la crescita dei territori e delle persone che vi abitano: l’Italia tutta ne è piena.

E’ questo che vogliamo? E’ questo il futuro che chiediamo alla classe dirigente di questo Paese? Un Paese dove non facciamo più nulla perché tanto ci sarà sempre qualcuno pronto a corrompere o a farsi corrompere?

Dobbiamo chiedere rinnovamento e legalità. Abbiamo bisogno di tanti sì e di legalità.

‘Rompiamo le scatole’ con proposte non con barricate

Piuttosto che scendere in piazza e alzare barricate, sfasciare vetrine di negozianti che sacrificano tutta la vita nel negozio, invece di distruggere la macchina dell’operaio durante gli scontri di piazza, siamo propositivi. Rompiamo le scatole presentando i nostri progetti.

Quando c’è un progetto da realizzare sul nostro territorio, formiamo comitati propositivi che chiedono, e con diritto sacrosanto, di essere rappresentati, di avere propri esperti nel progetto. Lottiamo perché il progetto sia veramente realizzato secondo il bene comune degli abitanti del territorio, ma lasciamo che si faccia.